OMELIA DEL DIACONO BRUNO MARTINO – UNA RIFLESSIONE SULLA LETTERA ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO “LAUDATO SI!”.

omelia2Benvenuti amici cari nell’Oasi S. Daniele a San Zenone degli Ezzelini, edificata dopo lunghe lotte delle popolazioni di San Zenone, di Mussolente e del comprensorio, insieme all’Amministrazione Comunale, per evitare la realizzazione, in questo luogo dove stiamo celebrando la Santa Messa, di una discarica di fanghi industriali. Ancora una volta in quest’Oasi siamo riuniti per ringraziare tutti insieme il Signore per aver permesso di evitare la devastazione che avrebbero procurato i veleni chimici che qui la mano predatrice e irriverente dell’uomo verso questa nostra Madre Terra, in questo luogo d’incanto, avrebbe riversato.

Abbiamo ascoltato il brano del Vangelo che parla della indissolubilità dell’unione tra uomo e donna, dello sposo e della sposa, “che fin dall’inizio della creazione Dio ha creato maschio e femmina”, argomento sempre di grande interesse per le fondamenta della nostra società, anche con riferimento alle ultime dispute pubbliche in materia. Gesù si rivolge e risponde con determinazione e chiarezza ai soliti farisei che vorrebbero metterlo in difficoltà. E lo fa senza esitazione alcuna come senza esitazione anche ai nostri giorni farebbe.  Abbiamo infine ascoltato dal Libro della Genesi che Il Signore Dio condusse ed affidò all’essere umano tutto ciò che aveva creato.

A proposito di sposi e spose e di indissolubilità del loro legame d’amore, amici cari, diciamo intanto che Dio ha creato l’umanità per un solo motivo: …. perché diventi la sua Sposa. E la Creazione del mondo e dell’Universo è per le Nozze, è la meravigliosa stanza nuziale degli sposi, cioè, ripeto, Dio e l’umanità. Le numerose riletture dell’Antico e del Nuovo Testamento trovano il loro centro focale e interpretativo appunto nel paradigma nuziale. E’ significativo ad esempio che l’intero scopo della creazione, per Sant’Efrem, sia rivestire Adamo, che rappresenta, ripeto, nella mentalità semitica, l’intera umanità, della sua splendida veste nuziale di gloria».

Sant’Efrem il Siro, diacono e dottore della Chiesa, parlando del giardino dell’Eden, cioè di tutto il Creato, nei primi secoli dopo Cristo, così scrive:

«Nel giardino era pronta … una bella stanza nuziale, … ma il basilisco la buttò all’aria …».

omelia1Ed è quanto sta accadendo ancora oggi: il basilisco, il serpente, il drago alato del male, ha spinto l’uomo, l’umanità tutta, sposa di Dio, a considerare invece la creazione non più la sua veste di gloria per presentarsi al suo sposo, Dio creatore, non la sua stanza nuziale, ma un magazzino da sfruttare, da predare per tentare di soddisfare la sua sete insaziabile, inestinguibile, di potere, ricchezza, di sopraffazione, devastandola, buttandola “all’aria” come annunciato da Sant’Efrem il Siro in una delle sue tante opere composte nel quarto secolo dopo Cristo.

La creazione, anche e principalmente ai nostri giorni, dopo quindi più di 2000 anni dell’annuncio della Buona Novella del Vangelo da parte di Gesù Cristo, sempre più soffre invece la sua condizione proprio a causa dell’uomo.

Per sviluppare questo pensiero è utile intanto sottolineare che oggi la Chiesa ricorda San Francesco, patrono mondiale dell’Ecologia, che il Santo Padre pone ad esempio nella sua Enciclica” Laudato si…”, con la speranza di poter credere in un cambiamento rivoluzionario del nostro modello di civiltà, ormai palesemente superato, crollato, fallito. Il Papa ci conduce per mano verso un nuovo rapporto con la natura, una nuova umanità. Questo epocale documento è un vero e proprio appello a 360° per unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, e si rivolge ad ogni abitante, a tutti gli abitanti, e non solo ai credenti, di questo pianeta, questo minuscolo vascello che naviga tra le stelle di un universo senza fine, ed espone il suo pensiero con opportuno realismo, esaminando la nostra condizione a partire dalle drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. Sono loro gli esclusi del pianeta, miliardi di persone vittime della cultura dello scarto ovvero: mi servi ti sfrutto, non mi servi più, ti dimentico e ti abbandono alla tua miseria, alla solitudine della tua condizione. E’ il consumismo che tenta di colmare i nostri vuoti.

Papa Francesco ribadisce con chiarezza che non ci sono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Egli afferma, a proposito del concetto di “ecologia integrale”, che oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, famigliari, lavorativi, urbani e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri. Insomma una visione della natura non come scenario o cornice o qualcosa di separato dall’uomo, ma come qualcosa in cui siamo inclusi, di cui facciamo parte strutturale ed inscindibile.

Questo pianeta, scrive Papa Francesco, la nostra Terra, questa sorella, protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Sia­mo cresciuti pensando che eravamo suoi pro­prietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malat­tia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che, come dice San Paolo, «geme e soffre le doglie del parto » (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora, la terra che calpestiamo è la nostra carne, le rocce di queste sacre montagne sono le nostre ossa, l’acqua di questi fiumi e di queste sorgenti accanto a noi in questa Pedemontana, è il nostro sangue. Inquinare, devastare questo ambiente significa quindi nuocere pariteticamente alla nostra stessa salute.

Papa Francesco, come accennavo prima, ha chiamato accanto a sé San FRANCESCO PATRONO MONDIALE DEI CULTORI DELL’ECOLOGIA, DELLA SALVAGUARDIA DEL CREATO E DEGLI ANIMALI. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale, la sua visione illuminata dal Vangelo, di una fraternità cosmica. Infatti egli aveva rispetto per ogni cosa animata ed inanimata che incontrava, e che chiamava fratello e sorella come frate sole e sorella luna, frate fuoco e perfino sorella morte. La fraternità è fondamento e via per la pace. E’ premessa ineludibile per sconfiggere la povertà, per la giustizia sociale. E’ indispensabile riscoprire la fraternità nell’economia, perché produca e protegga la vita e non la ricchezza materiale. La fraternità spegne la guerra. Ricordiamoci che la corruzione e il crimine organizzato avversano la fraternità, che la fraternità ci insegna ad essere tolleranti, accoglienti, solidali e che la fraternità, fondamentale nel pensiero di San Francesco,  aiuta a conoscere, custodire, coltivare la natura, amministrarla con cura e ricondurla al Padre. E’ importante anche affermare e ripetere che in san Francesco, così come in Papa Francesco, sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.

Il Santo Padre Francesco ha ben compreso che sta sorgendo nel mondo, in tutti noi, una nuova consapevolezza, la necessità di un cambiamento radicale. Infatti nel corso della lettura di questo documento sorge in noi la gioia di poter credere in una metamorfosi, ripeto,  rivoluzionaria, in una fraternità universale, in una nuova umanità.Papa Francesco ribadisce più volte con determinazione che ènecessaria una nuova umanità, una conversione ecologica globale, acquisendo un nuovo paradigma di civiltà cambiando profondamente i modelli di sviluppo, i nostri stili di vita, maturando giusti sentimenti verso l’uomo e verso il resto del Creato.

Anche il clima, sottolinea il Santo Padre, è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema com­plesso in relazione con molte condizioni essen­ziali per la vita umana. Esiste un consenso scien­tifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico che progressivamente sta dando e darà conseguenze devastanti per il nostro pianeta ad iniziare dalla migrazione di intere popolazioni che non potranno più abitare una terra che diverrà progressivamente inadatta ad essere abitata dall’uomo.

C’è poi la questione dell’acqua. Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi, afferma il Papa, avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mer­cato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per que­sto è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità. Dobbiamo stare molto attenti alle mosse dell’economia mondiale governata dal solito centinaio di speculatori che governa di fatto il pianeta e che sta da qualche anno puntando sulla privatizzazione dell’acqua, “oro blù”, come lo stanno chiamando e che si sta sostituendo nell’interesse “all’oro nero” il petrolio. Essi cercano solamente, a qualsiasi costo, di aumentare la loro ricchezza anche se sanno bene che questa loro insanabile bramosia genera povertà, esclusione, morte. L’economia, fratelli cari, deve generare vita e non ricchezza!!!

Concludendo, il Papa si esprime anche sulla perdita di biodiversità. Occorrerebbe parlare a lungo della perdita di biodiversità, anche nel nostro territorio pedemontano, unico per bellezza, storia, cultura e tradizione, per evitare la realizzazione di strade a volte inutili, per il disboscamento cieco e selvaggio delle colline e delle siepi frangivento sugli argini. E inoltre  necessario ben riflettere insieme sulla situazione e sulla cura della vita nei corsi d’acqua spesso inquinati e bistrattati da tutti, dare ascolto ad associazioni e abitanti, prendere in considerazione il loro parere,  le loro contestazioni che si ripropongono ciclicamente tra il Brenta ed il Piave e con le quali chiedono attenzione e rispetto del territorio nel monitorare  le attività esistenti  e nel  vagliare le nuove proposte di progetti industriali per la produzione di Biogas, sui Gassificatori, sul trattamento rifiuti, sugli Inceneritori, anche quelli mascherati da cementifici e che se mal funzionanti possono ricoprire questo splendido ambiente da un funereo manto di diossina..., un vero abbraccio di morte per la biodiversità, comprendendo pienamente l’uomo in questo termine. //////Un forte accenno del Santo Padre infine riguarda l’uso sconsiderato  di fitofarmaci e pesticidi in agricoltura, monito  che occorre far nostro nella pedemontana del Grappa anche per la crescita inarrestabile delle monocolture a vite ovunque intorno a noi trattate con tonnellate di prodotti chimici e, anche per questo,  la conseguente, inconfutabile necessità di salvaguardare la qualità di vita degli abitanti, dell’aria e delle falde acquifere dotando i Comuni di appropriati regolamenti di controllo sul corretto uso dei prodotti irrorati e far sì che si vigili concretamente sulla loro applicazione.  Mi limito su questo tema a riferire solamente ciò che Papa Francesco scrive mettendo in guardia tutti noi: “Molti uccelli e insetti che si estinguono a motivo dei pesticidi tossici creati dalla tecnologia, sono utili alla stessa agricoltura, e la loro scomparsa dovrà essere compensata con un altro interven­to tecnologico che probabilmente porterà nuovi effetti nocivi… Osservando il mondo notiamo che questo livel­lo di intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtà fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia, mentre contempo­raneamente lo sviluppo della tecnologia e delle offerte di consumo continua ad avanzare senza limiti. In questo modo, sembra che ci illudiamo di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi.”   /////Tanto ci sarebbe ancora da dire su questo fondamentale documento e ci auguriamo che questa celebrazione possa sollecitare la Comunità pedemontana perché l’enciclica “Laudato Si” sia presentata esaurientemente in ogni parrocchia ed in ogni Comune da esperti che riescano a valorizzarla e renderla nota in ogni tassello del mosaico totale del documento, con serate appositamente organizzate, convegni e seminari. Ed in questa speranza ci affidiamo al Signore perché vesta la Sua sposa, questa umanità irriverente ma desiderosa di un vero cambiamento, della Sua misericordia, e la ricolmi di ogni benedizione affinché ogni suo e nostro desiderio possa fluire dalla mente al cuore, proprio là dove dimora lo Spirito di Dio che lo plasmerà con l’Amore vero ed eterno degli Angeli, dando ad ogni nostra azione il profumo della giustizia, della profezia, della fraternità, della pace.  LAUDATO SI, SIGNORE NOSTRO.